Peppino Titone, Direttore Alta Lombardia: “Nel 2012 facemmo un esposto alla Corte dei Conti e all’Organismo Pagatore della Lombardia, finalmente un po’ di giustizia ma serviva muoversi prima”
La storia che rimbalza in questi giorni su diversi organi di stampa parte in realtà da molto lontano, almeno dall’anno 2012 per quanto ci riguarda. Risale infatti a tale anno l’esposto dell’allora presidente Adonis Bettoni di Cia Alta Lombardia rivolto alla Corte dei Conti, oltre che all’Organismo Pagatore della Lombardia, affinché si prestasse attenzione nei confronti di quel fiume di denaro che dal bilancio della PAC andava a finire, tramite l’Organismo Pagatore regionale, nelle tasche di alcuni soggetti, titolari di aziende agricole che nessun rapporto avevano con il contesto agricolo locale.
Peppino Titone, Direttore di Cia Alta Lombardia e autore di articoli dedicati al tema, spiega: “Ne scrissi sui numeri del febbraio e marzo 2012 (a fondo articolo disponibili i due testi) del nostro mensile “Nuova Agricoltura” dettagliando, con dovizia di particolari, quali fossero i meccanismi posti in essere allo scopo realizzare questi ingenti guadagni speculativi. Non è quindi un fenomeno recente né tantomeno sconosciuto.”
C’è soddisfazione nel sapere che si è giunti ad una conclusione delle indagini e che le prime condanne sono arrivate, resta però un po’ di amaro in bocca per degli interventi che sarebbero potuti giungere ben prima. Prosegue Titone: “Sapere che a seguito della lunghissima, troppo lunga indagine della Guardia di Finanza, la Corte dei Conti è giunta oggi a chiedere la restituzione di 4 milioni di euro a due degli 88 indagati rappresenta un indubbio motivo di soddisfazione. Sarebbe stata una soddisfazione ben maggiore se a tale risultato si fosse arrivati quanto meno in tempo utile per non far cadere in prescrizione le ipotesi di reato, ma tant’è…”.
Vicenda che non è sicuramente conclusa e che Cia Alta Lombardia continuerà a monitorare: “Seguiremo gli sviluppi della vicenda che ci sembra di capire non sia del tutto conclusa, nella speranza che ad essere chiamati a rispondere delle proprie azioni siano non solo i terminali ultimi dell’ingranaggio (gli agricoltori indagati) ma soprattutto quei soggetti che tali affari hanno governato e continuano a governare seduti in cabina di regia, al riparo fino ad oggi da qualsiasi accertamento.” conclude Titone.
Di seguito i due articoli pubblicati nel 2012 a firma di Peppino Titone nei quali si segnalavano già situazioni particolarmente anomale
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