Miele (vicepresidente Cia Lombardia) al Gruppo di Lavoro: non puntare solo sul tessile, ma fondamentale collaborare con industria e ricerca per trovare nuovi utilizzi.
Milano, 28 sett. – Si è tenuto ieri presso i palazzi di Regione Lombardia il primo incontro del Gruppo di Lavoro per la predisposizione di un progetto per la creazione della filiera della lana di pecora in Lombardia. Guidato dalla Direzione Generale Agricoltura Alimentazione e Sistemi Verdi, il tavolo di lavoro ha cercato di capire quali strade da seguire per la salvaguardia e la valorizzazione della lana di pecora, ad oggi in crisi per via di contingenze economiche e produttive di non facile risoluzione.
Lorena Miele, vicepresidente di Cia Lombardia e componente del Gruppo di Lavoro, spiega la condizione in cui versa la filiera lombarda: “Il fallimento della Manifattura Ariete di Gandino, l’unica specializzata nel lavaggio e nel trattamento della lana di pecora nel territorio per utilizzi tessili, ha portato grossi problemi agli allevatori, che sono costretti a smaltire il prodotto a pagamento come rifiuto speciale e scegliendo a volte di diminuire le tosature.”
“Costi in aumento da una parte, mancati introiti da rivendita dall’altra: urge un differente approccio per trovare una soluzione”, continua Miele. “La lana delle pecore lombarde, ed in generale delle razze italiane, non è abbastanza pregiata per il mercato tessile di abbigliamento, ci sono però altri utilizzi che possono rilanciare e aiutare la filiera.”
L’apertura di un nuovo centro di lavaggio, come ipotizzato dal sindaco di Gandino, prevede infatti esborsi notevoli a fronte di introiti non garantiti. “Si è preventivata una spesa di 10 milioni di euro per la creazione un centro di lavaggio specializzato per questa lana, utile non solo alla filiera ma anche per creare nuovi posti di lavoro ad esso connessi. Io credo però che questo non basti a risolvere il problema, ma che occorra rivolgersi a mercati differenti da quello tessile” spiega Lorena Miele.
Sottolineando l’assenza nei tavoli di lavoro di rappresentanti del mondo dell’artigianato e dell’industria, la vicepresidente di Cia Lombardia suggerisce di rivolgersi al mondo della ricerca e all’industria dell’innovazione per dare un nuovo slancio al comparto per nuove forme di utilizzo della lana di pecora.
“In primis nella bioedilizia, dove ad oggi si preferisce ancora il polistirolo per una questione di costi, ma in un’ottica di sostenibilità la lana di pecora sarebbe più adatta e ugualmente efficace per gli isolamenti, alla ricerca spetta il compito di rendere più efficienti i processi di produzione abbattendone i costi. In secondo luogo, nella cosmetica: la lanolina è una proteina molto usata per la produzione di creme. Infine, in ambito agricolo, dove la lana di pecora è molto utile ad esempio come fertilizzante. Inoltre, la ricerca potrebbe trovare nuovi utilizzi che oggi non immaginiamo ” suggerisce Miele.
La riunione del Gruppo di Lavoro ha così deciso di creare un documento finalizzato all’identificazione di azioni che la regione può intraprendere per far ripartire la filiera della lana di pecora in Lombardia, con l’idea di condividerlo poi nelle altre regioni e fornire quindi agli allevatori e a tutto il mondo del lavoro un nuovo percorso di sostentamento e crescita.
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