“Per un azienda agricola il poter produrre in un’area a Parco Naturale è un valore aggiunto e uno stimolo alla collaborazione con altre aziende. Ben vengano dunque le aree agricole a Parco Naturale che danno la possibilità di coniugare tutela ambientale e produzioni di qualità”.
Così si esprime in un articolato intervento Renata Lovati, presidente di Donne in Campo Lombardia (sodalizio “rosa” che fa capo a Cia-Agricoltori Italiani) in merito al percorso di definizione delle aree del Parco Naturale all’interno del Parco Agricolo Sud Milano.
Il procedimento è previsto dalla Legge quadro sulle aree protette 394/91, secondo cui le aree a Parco Naturale devono essere individuate con apposito perimetro e simbolo grafico sulle planimetrie del P.T.C. e sono da approvarsi con specifica procedura secondo i contenuti della stessa legge. Il metodo di individuazione è stato ampiamente spiegato in numerosi incontri territoriali coinvolgendo gli amministratori, gli agricoltori attraverso le loro associazioni sindacali e le associazioni ambientaliste .
“A partire dal 2016 ad oggi diversi tavoli di confronto hanno accolto osservazioni anche dalle singole aziende agricole”, spiega Renata Lovati “e una volta rielaborate le proposte si è giunti alla presentazione pubblica pochi giorni fa nella sede della Città Metropolitana a Palazzo Isimbardi”.
Le aree individuate sono 11 ed interessano i territori di 48 Comuni occupando una superficie di oltre 5.000 ettari.
“Tra gli obiettivi e Finalità del Parco Naturale le più importanti oltre a quelle di tutelare maggiormente la biodiversità di specie vegetali e animali la più significativa e urgente mi sembra quella di promuovere e concorrere all’individuazione di un sistema coordinato ed integrato di corridoi ecologici tra le il parco naturale e le aree ad elevata sensibilità naturale anche esterne al Parco”, precisa la Presidente di Donne in Campo Lombardia.
“Non ci saranno vincoli all’attività agricola nelle sue varie forme se non:
a)Catturare, uccidere, disturbare le specie animali, nonché introdurre specie estranee all’ambiente che possano alterare l’equilibrio naturale, fatti salvi eventuali prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi, necessari per ricomporre gli squilibri ecologici accertati dall’Ente Gestore
b)Raccogliere e danneggiare le specie vegetali, salvo nei territori in cui sono consentite le attività agro-silvo-pastorali, nonché l’introduzione di specie estranee vegetali che possano alterare l’equilibrio ecologico
c)Aprire ed esercitare l’attività di cava, di miniera, di discarica, nonché asportare minerali d)Realizzare nuove derivazioni o captazione d’acqua ed attuare interventi che modifichino il regime idrico o la composizione delle acque, fatti salvi i prelievi a fini agricoli, ambientali o per il consumo umano, autorizzati secondo le norme vigenti
e)Svolgere l’attività pubblicitaria al di fuori dei centri urbani, non autorizzate dall’Ente Gestore
f)Introdurre da parte di privati, armi esplosivi e qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura, se non autorizzati e fatto salvo quanto previsto alla lettera a)
g)Accendere fuochi all’aperto, ad esclusione degli ambiti edificati e per attrezzature di pubblico uso
h)Sorvolare con velivoli non autorizzati salvo quanto definito dalle leggi sulla disciplina del volo
Il risultato raggiunto è positivo. Per questo” sottolinea Renata Lovati, “sono rimasta profondamente colpita dalla prese di posizione strumentali delle associazioni di categoria, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri nel lungo percorso delle definizione delle aree del Parco Naturale all’interno del Parco Agricolo Sud Milano. In particolare di Coldiretti che nonostante le ripetute assicurazioni ricevute dall’Ente, temendo ulteriori vincoli nell’attività agricola, è arrivata a chiedere le dimissioni della Presidente del Parco e del rappresentante delle associazioni agricole. A nome di Donne in Campo Lombardia”, conclude la Lovati, “vorrei invece esprimere il mio sostegno alla presidente del Parco Michela Palestra e al personale, affermando che non è con le paure e con la disinformazione che si governano i cambiamenti. Le aziende agricole devono essere accompagnate, motivate e supportate con uno sguardo attento ad un futuro in cui il nostro modo di produrre ed allevare sia sempre più sostenibile”.
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