Molto partecipato e ricco di stimoli il convegno che si è svolto il 29 novembre all’università degli studi Milano Bicocca organizzato da Casa dell’agricoltura e Università Bicocca con la collaborazione di Donne in Campo, Crea e Confagricoltura Donna.
Obiettivo dell’iniziativa mettere in evidenza la crescente partecipazione, in posizione autonoma, delle donne nel mondo agricolo sia nei settori tradizionali sia in quelli emergenti per i quali è richiesta capacità imprenditoriale, propensione all’innovazione e rispetto dell’ambiente.
I dati statistici della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA-CREA) mostrano che le donne imprenditrici in agricoltura sono ancora poche, ma la loro presenza è in crescita e soprattutto animata da grande determinazione e sensibilità.
In particolare le aziende al femminile sono state anticipatrici e risultano impegnate in importanti attività: dalle fattorie didattiche a quelle sociali, alla vendita diretta in tutte le sue forme.
La capacità di innovare e cercare nuove strade anche con piccole aziende e di costruire un nuovo rapporto tra agricoltura e società è stato evidenziato da Matilde Ferretto. Patrizia Farina, invece, ha ricordato il ruolo determinante delle donne impegnate in agricoltura nei paesi terzi per vincere le disuguaglianze.
Come le agricoltrici siano impegnate in zone difficili, spesso equiparabili all’agricoltura “eroica” come ha ricordato Claudia Sorlini nell’apertura dei lavori e siano fortemente impegnate nella ricerca della sostenibilità è emerso molto bene nelle testimonianze coordinate da Chiara Nicolosi.
Marisa della Valle e Agitu Gudeta hanno avviato le loro attività nell’allevamento delle capre, che si sono consolidate e sono diventate attività remunerative capaci di dar lavoro in zone di montagna abbandonate da moltissimi anni.
Rosalia Caimo Duc e Maria di Rovasenda Biandrate produttrici risicole hanno saputo sperimentare ed innovare i metodi produttivi nella ricerca della sostenibilità, non solo economica, ma in particolare ambientale e sociale insieme ad altre produttrici come Stefania Gioio e Cristiana Sartori ed altre agricoltrici ed agricoltori, insieme all’università ad a centri di ricerca abbiano costituito un vero e proprio gruppo di ricerca e sperimentazione.
Sulla sostenibilità ambientale e sociale si è molto soffermata anche Paola Vailati Riboni agricoltrice del Lodigiano che da anni è impegnata nella didattica e nell’integrazione dei soggetti più deboli.
Cristina Giudici ha portato la testimonianza di una piccola azienda orticola che punta sulla qualità dei prodotti e nel rapporto diretto con i cittadini.
Renata Lovati ha chiuso i lavori portando, in particolare, la testimonianza delle attività svolte da Donne in Campo Lombardia nel corso degli anni per favorire la collaborazione tra le agricoltrici, lo scambio dei saperi e la collaborazione con altri enti, scuole ed università.
Tra tutte le testimonianze è emersa una grande sintonia nell’approccio alla gestione aziendale e al rapporto con la società: una vera e propria impronta femminile in agricoltura.
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