Giornata trascorsa tra boschi e alpeggi che si affacciano sul lago di Como per Donne in Campo Lombardia.
Obiettivo del sodalizio rosa della Cia quello di riscoprire le pratiche dell’agricoltura eroica, visitando due aziende condotte da donne.
La prima guidata da Stefania Soldati che con la mamma, casara, trasforma il latte di una mandria di una decina di vacche brune e capre, la seconda da Mirella Giovio, custode di pratiche antiche e tradizioni contadine .
“Un allevatore di pianura davvero non riuscirebbe a capire come sia possibile ottenere un reddito da pochi animali e vivere così , in condizioni di isolamento”, commenta Donne in Campo Lombardia.
“Qui davvero le difficoltà sono tante, i pascoli si riducono davanti all’avanzare del bosco, si produce meno fieno e spesso si entra in competizione con la crescita degli animali selvatici. Equilibri che andrebbero ricostruiti da una politica attenta al mantenimento delle attività contadine nelle zone montane più disagiate.
Siamo state testimoni di pratiche di agricoltura eroica”, prosegue il sodalizio, “ma Mirella che scandisce la sua giornata con il ritmo della cura di vacche, capre, oche, galline, cani e gatti, non sembra rendersene conto, continua a ricordare i gesti del padre, ci mostra i pascoli conservati grazie alle sue cure, il piccolo locale destinato alla caseificazione, i formaggi che accarezza con cura e passa nelle nostre mani.
Ci racconta del silenzio, del rumore dei temporali, della bella estate passata anni fa con i Wwoofer, volontari del movimento WWOOF che mette in rete piccole realtà agricole biologiche favorendo i soggiorni di ospiti che prestano lavoro in cambio dell’ospitalità”.
“Ci sarebbe bisogno di tutto, per noi abituate al meglio”, conclude Donne in Campo Lombardia, “ma probabilmente basterebbe che a queste piccole aziende venissero aumentati i contributi e le agevolazioni ai piccoli investimenti per migliorare le strutture aziendali”.
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