Le prime misure del governo per affrontare l’emergenza Coronavirus sono positive. Così Cia-Agricoltori Italiani interviene sulla crisi in atto a livello nazionale e sulle prime avvisaglie di crisi e problematiche internazionali, sottolineando l’importanza di guardare subito anche ad azioni più strutturali a sostegno di tutte le imprese italiane.
In particolare, Cia ritiene valida la sospensione degli adempimenti e dei pagamenti dei tributi e delle ritenute fiscali, come dei contribuiti previdenziali obbligatori, per cittadini e imprese negli 11 Comuni della zona rossa tra Lombardia e Veneto, che stanno subendo le conseguenze più pesanti. Apprezzata da Cia, la scelta di attivare la Cassa integrazione in deroga per tutte le aziende che non sono coperte da un sistema di integrazione al reddito e, quindi, pure per quelle del settore agricolo. Bene, la trasformazione della Cassa integrazione straordinaria in ordinaria e, a copertura, la disponibilità ipotizzata di 21 milioni di euro, nei primi due mesi. Positiva, secondo Cia, anche la previsione di indennizzi per i lavoratori autonomi, compresi i produttori agricoli.
E’ chiaro, però, che si tratta di una situazione straordinaria che coinvolge a cascata tutta l’Italia, a partire dalle aziende, anche dell’agroalimentare e del turismo, che operano nelle aree circostanti la cosiddetta zona rossa e che con essa lavorano, affrontando ora -segnala Cia- le inevitabili ricadute negative dal punto di vista sia commerciale che organizzativo, come le difficoltà nel reperire manodopera.
Uno scenario tale -sottolinea Cia- che richiede, quindi, di pensare all’intero sistema Paese e all’adozione di interventi di sostegno più strutturali a favore dei comparti produttivi, in particolare del Nord Italia che da solo vale oltre il 50% del Pil nazionale. Si segnalano, inoltre, i primi cenni di crisi sui mercati internazionali che richiedono monitoraggio e lavoro delle diplomazie.
I produttori Cia stanno continuando a lavorare per sostenere anche le aree più colpite, vigilando sulla filiera e respingendo ogni tentativo di speculazione sui prezzi dal campo alla tavola. Va detto però -torna a sottolinea l’organizzazione- che le criticità sono in costante aumento e occorre, quindi, risolvere tempestivamente i problemi legati alla logistica e alla distribuzione che limitano l’attività delle strutture produttive, a partire dalle zone più coinvolte.
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