Le risorse idriche sono un tema centrale e sempre più collegato alle grandi emergenze che colpiscono il Paese, da quelle idrogeologiche ai problemi connessi con la carenza d’acqua. I cambiamenti climatici in atto e i loro effetti richiedono di adottare nuove strategie di governo, di accumulo e di ammodernamento della rete idrica esistente e varare interventi che diano una risposta alle emergenze. Una gestione oculata delle risorse idriche non può prescindere da una visione d’insieme che coinvolga tutti gli attori del sistema, a partire dagli agricoltori. L’agricoltura d’altronde è particolarmente esposta agli effetti dei cambiamenti climatici e subisce conseguenze estremamente negative dal fenomeno.
Queste le tematiche centrali del convegno “I mutamenti climatici e l’agricoltura. Come gestire e risparmiare le risorse idriche”, organizzato oggi, 27 ottobre da Cia Lombardia a CremonaFiere che ha visto la partecipazione anche del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio.
Il Ministro nel riconoscere l’importanza e l’attualità del problema ha sottolineato come sia necessario affrontarlo basandosi su dati oggettivi e non sensazioni. “Compito del Ministero”, ha dichiarato “è fornire infrastrutture per la gestione dell’acqua quando non c’è. Per questo abbiamo fatto partire un programma da 300milioni di euro di potenziamento delle infrastrutture per la gestione delle risorse idriche, anche in emergenza. Altri 700milioni sono già pronti, per un totale di 1 miliardo di euro di investimenti”.
Centinaio, ha toccato anche l’argomento Agea, affermando che è necessario che i pagamenti vengano velocizzati essendo incresciosa la situazione di ritardi venuta a crearsi. “Non è possibile che nel 2018 non siano stati effettuati i pagamenti del 2016“, ha affermato. “Ho creato un apposito gruppo di lavoro per verificare cosa finora non ha funzionato di Agea. Al termine dell’analisi in corso trarremo le conclusioni. Se è necessaria una profonda riorganizzazione dell’Agenzia, si procederà anche in tal senso. Agea“, ha concluso Centinaio, “non deve più essere un problema”.
“I mutamenti climatici stanno cambiano le abitudini degli agricoltori. La siccità è un problema concreto, i bacini sono al minimo storico”, ha spiegato Giovanni Daghetta presidente di Cia Lombardia, intervenuto subito dopo i saluti di Luigi Panarelli, presidente di Cia Est Lombardia che ha introdotto il convegno davanti a una sala gremita.
“La nostra agricoltura è pronta a recepire i cambiamenti. Fino ad ora siamo riusciti a limitare i danni. Il futuro è però un punto interrogativo che ci lascia perplessi”, ha proseguito. “Problema importante è la regolazione del deflusso minimo vitale, che crea criticità soprattutto nel periodo estivo. La richiesta di diminuire la quantità di acqua da rilasciare può creare seri problemi all’agricoltura”.
Una dettagliata analisi dei cambiamenti climatici degli ultimi 30 anni e dello sviluppo dei sistemi di rilievo meteorologico è stata effettuata dal prof. Maurizio Maugeri dell’Università degli Studi di Milano. “Il 2017 è l’anno più asciutto da quando ci sono le rilevazioni”, ha spiegato “Assistiamo a un succedersi di periodi di siccità ed eventi estremi di pioggia intensa. La temperatura media è in aumento”.
Sulla stessa linea il prof. Claudio Gandolfi, dell’Università degli studi di Milano che ha evidenziato come il cambiamento climatico sia un dato oggettivo. “I dati dimostrano come si assiste a un anticipo degli afflussi d’acqua in primavera e autunno e a portate basse in estate. Per questo è necessario che i sistemi irrigui siano adeguati a questa situazione che va cambiando”.
L’ingegner Alessio PIcarelli dell’Autorità di bacino del Po’ ha invece spiegato cosa sta facendo l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po per la gestione delle crisi idriche, descrivendo in particolare le azioni messe in campo per la gestione delle emergenze idriche in occasione dei mesi siccitosi estivi. “Stiamo introducendo indicatori oggettivi per verificare lo stato di siccità reale nel territorio”, ha sottolineato.
La maggior parte delle produzioni agricole italiane è strettamente dipendente dalla pratica irrigua, soprattutto in estate e, pertanto, il settore agricolo risulta particolarmente vulnerabili, ha poi evidenziato la dottoressa Silvia Chiappini del Crea. “In tale contesto diviene sempre più necessario programmare una strategia di intervento integrata ed inclusiva che preveda azioni in grado di trovare delle soluzioni che possano rendere le imprese agricole capaci di confrontarsi con le variazioni climatiche in atto. In linea con gli orientamenti comunitari e con le esigenze espresse dal territorio, si è lavorato per aumentare l’efficienza e la sostenibilità nella gestione delle risorse idriche a fini irrigui, sia attraverso il finanziamento di adeguati interventi infrastrutturali, sia introducendo principi di uso sostenibile della risorsa per l’agricoltura, nell’ottica di garantire la redditività delle aziende agricole e, allo stesso tempo, la tutela degli ecosistemi e la riduzione dei conflitti d’uso”.
Una linea condivisa dal dott. Fabio Olivotti di Urbim che nel suo intervento ha spiegato il ruolo dei Consorzi di bonifica della Lombardia nella gestione multifunzionale della pianura irrigua.
A concludere il convgeno, molto partecipato, il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini “Per fare agricoltura ci vuole acqua ma ne avremo sempre di meno”, ha affermato. “Occorre un cambio mentale sia nella gestione delle risorse idriche che nel consumo del suolo. Per questo auspichiamo sia attivato un percorso in tal senso che coinvolga esperti università e anche gli agricoltori“.
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