Il settore suinicolo assediato da crisi, calo dei consumi, concorrenza spagnola e carente valorizzazione dei prodotti. La denuncia arriva dal presidente di Cia Est Lombardia Luigi Panarelli che evidenzia come il comparto si trovi in una sorta di tempesta perfetta. Partendo dai numeri, secondo il Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole), a febbraio la redditività degli allevatori ha continuato a peggiorare (-2,8% la variazione congiunturale), toccando il livello più basso da febbraio 2016. L’indice si è inoltre confermato al di sotto anche di quello dello stesso mese del 2018: -17%. “Il prezzo della carne suina è ai minimi storici”, sottolinea Panarelli, richiamando dati emblematici: “Un allevatore vede valorizzato il proprio suino per 1 euro e 15 centesimi al chilo. Siamo all’assurdo che in Germania un allevatore tedesco prende 1 euro e 22 al chilo. E questo con un animale molto più giovane (non più di 5 mesi), che pesa 100 chili e non 170 come il nostro, infine che non rispetta un disciplinare e viene quindi nutrito con una alimentazione composta non solo da cereali”. Ma non è tutto. Panarelli rimarca che i problemi sono molteplici: “Nel nostro Paese è in atto un importante calo dei consumi di carne suina. E, come se non bastasse, subiamo una forte concorrenza soprattutto dalla Spagna che in 15 anni ha raddoppiato la produzione da 20 a 40 milioni di capi. In Italia invece siamo stabili sui 12 milioni di suini”. Il presidente Cia Est Lombardia punta il dito contro la filiera: “In questo momento la filiera non riesce a valorizzare un prodotto Dop d’eccellenza come il suino pesante per la produzione dei prosciutti. Ma tutte le difficoltà sono scaricate sugli allevatori. Manca una strategia commerciale. Se non cambia la strategia commerciale”, prosegue Panarelli, “Gli allevatori rischiano seriamente di vedere depauperato il loro patrimonio. È necessario puntare con sempre più forza sulla qualità e valorizzazione del nostro prodotto, in tutto il mondo, senza sperare nelle disgrazie altrui, come la peste suina africana che sta causando pesanti conseguenze in Cina, dove per problemi sanitari è già stato abbattuto il 30% dei 450 milioni di suini allevati”, conclude il presidente di Cia Est Lombardia. “è necessario quindi mettere d’accordo tutti gli attori della filiera, allevatori, macellatori e stagionatori e potenziare l’export del prodotto che ha un peso ancora poco rilevante”.
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