Il rinnovo del CCNL colf e badanti, che ha previsto l’aumento del 9,2% in busta paga, rischia di incoraggiare una ulteriore spinta alle assunzioni in nero e la nascita di case-famiglia inadeguate per ospitare anziani e disabili non autosufficienti.
E’ l’allarme lanciato da Anp-Cia Lombardia, l’Associazione dei pensionati di Cia Agricoltori, che sottolinea come l’assenza di adeguati sgravi fiscali e/o sussidi statali alle famiglie che si avvalgono di servizi di assistenza domiciliare, già falcidiate dal caro bollette e da una inflazione a due cifre, rischia di far venire meno il benessere delle persone in difficoltà.
Inoltre, il proliferare di case-famiglia mal gestite e con controlli quasi assenti, affollate oltre alla capienza dichiarata da anziani e disabili non autosufficienti, che hanno oltretutto aumentato negli ultimi mesi il costo delle proprie rette tra il 20 e il 30%, sono la diretta conseguenza di politiche che ignorano la valenza sociale dell’assistenza domiciliare.
Carlo Ventrella, vicepresidente di Anp-Cia Lombardia, ribadisce con forza l’importanza di attuare politiche che tengano maggiormente conto dello stato economico delle famiglie che necessitano di servizi di assistenza domiciliare: “Le spese da sostenere gravano integralmente su bilanci familiari, già falcidiati dal caro bollette e da una inflazione a due cifre.
La Regione Lombardia, solo dal mese di ottobre ha previsto un ”bonus badanti” che prevede un contributo fino a 2400 euro, per le famiglie che si avvalgono di assistenti familiari iscritti ai registri ex LR15/2015, ma si deve fare di più.”
Da tempo l’Anp-Cia Lombardia ha infatti avanzato concrete proposte, sia a livello nazionale che regionale e locale, come spiega Ventrella: “Come prima cosa è fondamentale l’adeguamento delle pensioni minime, che non possono essere inferiori agli 800 euro. Mentre anche alle pensioni medie deve essere applicato l’11,5% del tasso d’inflazione.
Prioritari anche gli sgravi fiscali e i sussidi statali eventualmente previsti dalla legge sulle NON AUTOSUFFICIENZE, lo Stato non può non tenere conto degli aumenti contrattuali dei settori sanitari e socio sanitari e più in generale di un’inflazione a due cifre che perdura’ sicuramente almeno per l’anno in corso.”
È forte poi la denuncia della proliferazione delle case-famiglia e delle condizioni in cui vivono gli ospiti, come tristemente scoperto dalle notizie di recente cronaca (sei morti nell’incendio in una Rsa di Milano). Ancora il vicepresidente di ANP: “Il costante aumento di queste strutture, poco o per nulla controllate, che spesso ospitano un numero di anziani e disabili non autosufficienti ben oltre la capienza dichiarata, è preoccupante. Abbiamo visto cosa può succedere, è per questo che vanno riconsiderate le politiche dell’assistenza domiciliare e le condizioni degli ospiti delle RSA e delle case di riposo.”
Anp-Cia Lombardia si rivolge pertanto ai piani di zona e alla Regione Lombardia sottoponendo alcune proposte di immediata realizzazione.
“In primis, va estesa la possibilità di utilizzare i voucher sociali gestiti dai comuni anche per l’assunzione degli assistenti familiari, di cui alle LR15/2015. Spesso i comuni fanno orecchie da mercante, ma devono intervenire per salvaguardare il benessere dei propri cittadini. In secondo luogo, spingere sulla formazione continua e la qualificazione professionale degli addetti alla assistenza domiciliare, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e la prevenzione degli incidenti e il primo soccorso in ambiente domestico, che debbono essere sostenute anche con adeguati finanziamenti regionali.” Conclude il vicepresidente di Anp-Cia Lombardia, Carlo Ventrella.
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