Che si aiutino le donne a scegliere la maternità attraverso i servizi all’infanzia e alla famiglia anche nei territori rurali, a conciliare i tempi di vita e di lavoro e a superare il gender gap. Si offrano tutti i sostegni alle donne single per avere figli, invece di cercare di imporre la maternità con la coercizione e con l’umiliazione del corpo.
Ѐ quanto afferma Donne in Campo, l’Associazione al femminile di Cia, in relazione alla proposta di legge depositata dal senatore Gasparri il 13 ottobre scorso che intende modificare l’articolo 1 del codice civile per riconoscere capacità giuridica, ossia la capacità di un soggetto a essere titolare di diritti e doveri, all’embrione fin dal concepimento, cioè dal momento in cui lo spermatozoo feconda l’ovulo piuttosto che, come oggi, dal momento della nascita.
L’intento evidente è attaccare la legge 194 del 1978 sull’aborto. Sono passati 40 anni da quando, nel maggio 1981, gli italiani si sono recati alle urne per validare la Legge 194, contro la quale era stato indetto un referendum. La norma in questione era arrivata nel 1978 e introduceva la possibilità di interrompere volontariamente e legalmente una gravidanza entro i primi 90 giorni dall’inizio della stessa. Prima di allora, una donna che abortiva rischiava fino a quattro anni di carcere e chi la aiutava addirittura cinque.
Allo stato attuale dei fatti, purtroppo, la possibilità di dichiararsi obiettori di coscienza ostacola di fatto il diritto sancito dalla legge di ricorrere l’interruzione volontaria di gravidanza. Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia sette ginecologi su dieci sono obiettori.
“La vita, laddove venga considerata veramente un valore -afferma la presidente di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi- va tutelata e protetta, favorita e incoraggiata in tutte le sue relazioni, come noi ‘Donne in Campo’ cerchiamo di affermare e diffondere nel nostro ‘Manifesto delle donne per la Terra’.
Chiediamo da tempo e ribadiamo oggi -aggiunge Terenzi- l’urgenza di rilanciare e rafforzare la rete dei Consultori familiari che, come ampiamente dimostrato dall’Istituto Superiore di Sanità, svolge una funzione importantissima a favore delle donne e dei giovani per sostenere la maternità e la famiglia.
La donna possiede in sé il segreto della vita -ha concluso la presidente di Donne in Campo-Cia- rispettare la sua dignità è la via per superare gravi squilibri che stiamo vivendo”.
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