L’Oltrepò si trova a dover affrontare un nuovo colpo, la Cantina cooperativa di Canneto Pavese è al centro di una indagine della Magistratura che ieri ha portato all’arresto di cinque persone e al provvedimento di obbligo di firma per altre due.
L’inchiesta, coordinata dalla procura di Pavia, riguarda un nuovo presunto scandalo sul vino contraffatto.
Secondo le accuse, gli arrestati avrebbero spacciato per Doc e Igt vini di qualità inferiore, prodotti con uve non certificate come biologiche o addizionati con aromi o anidride carbonica (per renderlo più effervescente), non esitando anche a “miscelarlo” con acqua e zucchero per aumentare la gradazione alcolica.
“È un duro colpo per l’Oltrepò”, dice Davide Calvi Presidente Cia-Agricoltori Italiani Pavia, “mi auguro che venga fatta chiarezza al più presto, individuando i responsabili. Le cantine sociali hanno un ruolo importante nel nostro territorio dove sono presenti molte aziende di piccole dimensioni. Vanno tutelati i soci della cantina”, prosegue Davide Calvi, “in questo modo riusciremo a tutelare il nostro territorio sia evitando abbandoni che dando una garanzia di reddito; auspichiamo che la Cantina possa riprendere al più presto la propria attività. La trasparenza sarà l’arma che darà la possibilità alla Cantina e a tutti i vitivinicoltori dell’Oltrepò di dimostrare l’impegno e la correttezza del proprio lavoro.
Queste brutte notizie danneggiano fortemente l’immagine del nostro territorio e arrecano danno agli agricoltori onesti e scrupolosi, che restano comunque la larga maggioranza. Dobbiamo evitare che per la responsabilità di pochi a farne le spese maggiori siano i produttori dell’Oltrepò che, dopo generazioni di sacrifici, e un percorso di rinnovamento teso a produrre vino di qualità si vedano compromesso il loro futuro e quello del nostro territorio. L’Oltrepò è anche e soprattutto eccellenza. L’impegno di tutti deve essere rivolto a valorizzarne le produzioni di uve e di vini”.
Lascia un commento