La necessità di promuovere un’agricoltura solidale e integrativa che rafforzi le comunità locali e le tuteli contro le reali insidie del mondo attuale è stato l’argomento centrale di discussione della
Festa regionale di Donne in Campo Lombardia, svoltasi il 15 ottobre a Milano nel parco dell’ex O.P. Paolo Pini.
Presente all’iniziativa intitolata “Condividere AROMI. A(c)cogliere – agricoltura urbana” anche Ases Cia che attraverso la presidente Cinzia Pagni ha sottolineato il valore e l’impegno
dell’Organizzazione per cercare di garantire cibo, benessere, pari dignità e opportunità.
Nel suo intervento la Pagni ha voluto in particolare portare l’attenzione sul caso del comune di Riace che “rappresenta lo specchio di un momento che stiamo vivendo in cui vi è una
comunicazione volta ad alimentare le paure distorcendo la realtà”.
La cooperativa creata dal sindaco Lucano è uno strumento a favore dell’intera comunità locale”, ha sottolineato. “Non è ad esclusivo beneficio dei migranti. E’ una cooperativa che sta su quel territorio e unisce una comunità in nome dell’integrazione e della solidarietà. Il problema italiano non è certo Riace”, ha aggiunto la presidente Ases, “ma altre insidie che si danno per scontate, come possono essere ad esempio le infiltrazioni mafiose, presenti anche qui al nord.
Dobbiamo quindi rafforzare le comunità locali in modo che siano unite, forti e possano respingere quelle che sono le reali insidie che possono destabilizzarle”.
La Pagni ha poi ricordato le attività in cui Ases è impegnata. “Abbiamo in corso progetti in Italia e all’estero. Sono progetti per migranti e italiani, senza distinzione. Perché la comunità è mista e come tale va vissuta. Se vogliamo cercare di cambiare il corso della storia, se vogliamo continuare a chiamarci umani, dobbiamo evitare i luoghi comuni e aprirci all’incontro, all’ascolto e al rispetto”.
Da ultimo la Pagni ha concluso con un richiamo al vero significato dell’agricoltura sociale che “non è solo fare un’agricoltura tesa alla multifunzionalità, ma è essere collante di tante visioni e quindi un pezzo importante della comunità”.
Anche la presidente di Donne in Campo Lombardia Renata Lovati ha invitato alla riflessione sul tema dell’accoglienza ,di grande attualità , dimostrando grande preoccupazione per la situazione
che si è venuta a creare a Riace, comune simbolo dell’accoglienza e integrazione dei migranti.
Un pensiero condiviso da Paola Santeramo, direttore di Cia Lombardia secondo cui l’esempio del Comune di Riace è in linea con la missione di Cia fondata sul binomio agricoltura e accoglienza.
“Il modello Riace ha favorito, il ripopolamento di quel borgo che altrimenti sarebbe stato destinato all’abbandono”, ha commentato Santeramo. “E’ un ruolo di presidio e di tutela sociale, in linea con quello che noi intendiamo per agricoltura”.
La festa, che si è svolta in concomitanza con la Giornata Mondiale della Donna Rurale, ha visto fra gli altri anche l’intervento di Liz Rocio Amarilla de Esposito, collaboratrice di Ases Cia, incentrato sul ruolo delle donne rurali come fattore di protezione dell’infanzia in Paraguay.
Infine, Dario Olivero, consigliere di Ases ha evidenziato le grandi potenzialità dell’agricoltura sociale, molto vitale nell’area milanese.
“Abbiamo in corso un progetto con fondazione Cariplo legato proprio a progetti di agricoltura sociale”, ha ricordato. “Nell’area del comune di Milano c’è una superficie coltivata pari a 5mila
ettari. Accanto alla dimensione imprenditoriale vi sono però anche forti realtà di volontariato legate a orti urbani, manutenzione del verde e servizi agrosistemici”.
La location scelta per l’evento ha anche consentito di conoscere l’attività dell’associazione “Il Giardino degli Aromi Onlus” che ha sede proprio all’interno del parco dell’ex O.P. Paolo Pini.
Costituita nel 2003 da un gruppo di donne con esperienza di coltivazione e raccolta di piante aromatiche e medicinali “Il Giardino degli Aromi Onlus” oggi conta più di 250 soci. Le
attività dell’Associazione sono caratterizzate da un approccio paritetico con le persone in situazione di fragilità. Nelle attività si coinvolgono contemporaneamente migranti e persone in
situazione di disagio, psichico ed economico.
Le associate di Donne in campo hanno visitato gli orti accompagnate da Sara Costello e si sono immerse nella particolare realtà che fa dell’ex ospedale un esempio di coltivazione urbana e un
modello da seguire .
Orti condivisi , coltivati senza recinzioni con l’esclusivo uso di materiale in legno , biologici e biodiversi.
Luoghi di incontro tra persone che sanno accogliere e mettono la loro esperienza a disposizione di chi deve integrarsi e costruirsi un futuro.
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